7 Aprile 2011 in Arti, Blog, Fotografia, Informatica

Un regalo prezioso

29 scatti fotografici dall’album di famiglia di Maura Lazzari.

Sono alcune foto in bianco nero, che oltre a dimostrare una certa perizia con l’arte fotografica, rappresentano scorci, architetture e persone di Castro.
Sono tutte molto interessanti, in particolare questa vista del Porto Nuovo, dove si vedono ancora in corso i lavori del nuovo muraglione.

Anche dove la foto va a ritrarre uomini o gruppi di persone è sempre riconoscibile la Castro degli anni 40-50, rinforzando la convinzione che negli album fotografici di famiglia in ogni casa si conservano veri e propri documenti storici.

E qui, se l’occhio va subito alla figura, quasi nipponica, del miliziano fotografato in primo piano (Don Totò Miggiano), chi conosce appena Castromarina, non potrà non riconoscere l’attuale Via Veneto ancora acciottolata con  la casa de u Musulinu sull’incrocio per via Santuario, la vigna della Grotta del Conte, l’area in cui costruirono prima il cinema e poi Villa Galati.

Speriamo nelle risorse che offre Internet e nelle tante persone di buona volontà che hanno voglia di tirare fuori dai loro cassetti le vecchie foto e perdere un pomeriggio per digitalizzarle allo scanner.

Spesso sono album di foto raccolti in anni di vita familiare, poi passati a pochi figli e poi ancora dispersi in tanti nipoti, se non addirittura andati perduti. Se una foto digitale rischia di cancellarsi per una banale avaria della memoria usata come supporto, una foto su carta è quasi eterna a condizione di non perdersi o smarrirsi.

Per questo la condivisione e la circolazione su un supporto più vitale e auto rigenerante come Internet può essere una risorsa alla loro salvaguardia.

La formazione di una copia digitale dell’immagine permette molti vantaggi tra cui, oltre alla conservazione dell’immagine, la diffusione della conoscenza della foto in modo quasi immediato senza la circolazione del prezioso supporto cartaceo.

Invito tutti a raccogliere e digitalizzare  le vecchia foto di famiglia, prima che si sparpaglino in tanti rivoli e passarle in uno scanner quanto prima. Ai tanti nipoti che vorrà un ricordo dei propri antenati  non sarà più necessario dividersi il patrimonio fotografico di famiglia o dever ricorrere a costose riproduzioni fotografche.

La digitalizzazione della foto permette inoltre moltissime correzione, sia di luminosità che di piccoli difetti dell’età o della trascuratezza.

Sarebbe bello raccogliere tutto quello che è interessante ( e tutto è interessante, anche un solo ritratto) in un database unico, condiviso, che consenta pure lo scambio di commenti per la datazione degli scatti, i posti in cui sono stati scatatti e l’identità delle persone ritratte. Credo che questo sia possibile solo in una seconda fase o a meno di uno sforzo eccezionale da parte di molte persone. La prima fase credo che sia la consapevolezza dell’importanza sociale del proprio album di famiglia e l’inizio di una personale raccolta, di uno studio e della digitalizzazione a livello casalingo. L’importante è portare su supporto digitale la foto e prepararsi in questo modo a condividere nel modo più facile possibile in tempi successivi il proprio patrimonio nel database comune condiviso. Si potrebbero pure organizzare giornate dedicate alla memoria con la sensibilizzazione dei ragazzi nelle scuole. Spesso è solo una banale questione di pigrizia.

Se posso dare dei consigli, la scansione delle foto sempre alla maggiore risoluzione possibile. Un buon valore può essere quello di 600 dpi (pixel per pollice) che assicura la conservazione di molti particolari. Risoluzioni maggiori possono aggiungere solo i particolari della grana della carta fotografica, risoluzioni minori sono un grave peccato di perdita di dettagli. Le foto ottenute con questa risoluzione sono pesanti  per lo scambio su Internet, tuttavia sarà cura poi dei curatori del database pubblico effettuare le opportune compressioni o riduzioni di formato che il progresso tecnico consentiranno. Se salvate in formato .JPG non impostate alcuna compressione e controllate che lo scanner non operi alcuna riduzione in automatico. Il formato più fedele (senza perdita di dettagli dopo la scansione) è il vecchio BMP (bitmap).

Le foto in bianco nero scansionatele in scala dei grigi (o colore se non sapete come fare) e non in modalità bianco nero perchè è facile che lo scanner in questo modo vi restituisca delle foto con pixel solo bianchi o neri caratteristica delle immagini dei fax. Le foto che sono virate o stampate sui colori seppia andrebbero scansionate a colori (con aumento della dimensione dei files), questo perchè il viraggio può indicare un particolare periodo della tecnica e del gusto fotografico o una prolungata esposizione della foto alla luce.

Lo scanner va impostato in modo da raccogliere l’intera foto, compresi i margini della foto perchè anche il tipo di bordo è caratteristico di particolari gusti e periodi.

Durante la scansione, se lo scanner è ben regolato, non è necessario procedere a particolari regolazioni sapendo che gli stessi aggiustamenti sono operati dallo scanner per via software e che quindi tali aggiustamenti possono eseguirsi anche dopo con un software tipo Photoshop da mani più esperte e smaliziate.

Se lo scanner ha il rilevamento automatico del formato dell’originale provatelo e controllate sopratutto che non tagli i margini bianchi della foto se sono interessanti. Il rilevamento automatico evita di scansionare maggiori superfici rispetto a quelle indispensabili con aumento della dimensione del file. Ricordate che ogni scanner ha la propria interfaccia (Twain) e nessuno ha mai pensato di uniformarle. Più o meno hanno le stesse opzioni nascoste in menù e tendine e va presa un po di confidenza con alcune prove per non perdere tempo ed entusiasmo.

Le foto scansionate, andranno raccolte in un una memoria abbastanza sicura (hard disk, cd-rom, ecc.), per il solo scambio tra parenti o per riproduzione. Ci sono servizi su Internet che consentono di creare album gratuiti fino a una certa dimensione anche in risoluzione originale, come per esempio Flick o Picasa.  Se si intende scambiare da subito alcune foto o l’intero patrimonio su Internet è opportuno fare una copia delle foto da maggiore risoluzione (600 dpi) ad una accettabile risoluzione di 200 dpi o riducendo la dimensione del formato ad un buon valore di 1.200 pixel totali del lato maggiore.

Famiglia Lazzari – 8 marzo 1942

Gli scatti sono su Picasa in risoluzione maggiore. Se potete registratevi su Picasa e commentatele lasciando informazioni sul singolo scatto.

LA GALLERIA




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