17 Ottobre 2012 in Architettura, Arti, Blog, Pittura

il Calvario di Ortelle

Commissionato da una nobile famiglia ortellese, come per tutte queste architetture religiose aperte ed esterne, il calvario di Ortelle si pone in posizione fortemente scenica rispetto al contesto urbano formando la perfetta la quinta finale di corso Vittorio Emanuele II in direzione sud.

Nato negli ultimi decenni dell’ottocento come buona parte dei calvari dell’area Jonico-salentina, è caratterizzato da una struttura a portico in pietra leccese (ad eccezione del prospetto posteriore) che dispone di un proprio spazio urbano formato da una grande villetta appositamente dedicata. Se in altri ambiti la struttura  devozionale è ubicata su piccoli larghi o appoggiata ad altri fabbricati civili, qui ad Ortelle alla struttura è dedicato un proprio spazio e concorre alla definizione delle visuali prospettiche urbane nell’ambito di maggiore prestigio del paese.

Per un approfondimento sui calvari pugliesi segnalo uno studio organico di Bruno Perretti e alcune considerazioni su queste architetture minori di Francasca Talò.

Fu affrescato da Giuseppe Bottazzi (1821-1890) probabilmente negli ultimi anni della sua attività, un vero e proprio manierista delle rappresentazioni religiose e dei calvari in particolare. I tagli, le pose e i colori delle figurazioni del Bottazzi sono replicate per esempio nel calvario di Montesano Salentino (commissionato nel 1873). Formatosi presso il concittadino Francesco Saverio Russo, dopo una pausa di studio e di prime esperienze a Napoli, nel 1849 fece ritorno a Diso ed ebbe tra i suoi disceppoli Paolo Emilio Stasi di Spongano, Giuseppe Mangionello e Nino Palma di Maglie, Vincenzo Valente di Specchia, Roberto Palamà di Sogliano, Alessandro Bortone di Diso, Emilio Iannuzzi ed altri.

Per la sua capacità tecnica nei dipinti murali ben presto gli vennero commissionati molte opere all’aperto, soprattutto calvari; tra quelli finora certi: Ortelle, Specchia Preti, Montesano Salentino e Morciano di Leuca tutti eseguiti con la tecnica del mezzo fresco che gli permetteva di ridurre di molto i tempi di esecuzione delle opere.

 A Ortelle, come negli altri calvari, illustrò le immagini della Passione di Gesù Cristo, raffigurandovi i cinque Misteri Dolorosi del Rosario secondo lo schema delle Litanie Lauretane. Tre delle cinque scene sono collocate sull’abside centrale. Al centro la Crocifissione con la Vergine, San Giovanni e la Maddalena.

Alla sinistra la Flagellazione

Alla destra una stazione dell’Andata al Calvario, con la Maddalena

Nei due bracci laterali altre due stazioni della Passione, come la Coronazione di spine

e l’ultimo quadro la Preghiera nell’orto degli ulivi:

L’edificio, pregevolissimo negli equilibrati prospetti in pietra leccese, è arricchito da cancelli in ferro e ghisa e da ringhiere di pietra di pianta quadrata.

Le foto del post ed altre di dettaglio, in maggiore risoluzione, le scaricate QUI




Lascia un commento

Tecniche e tradizioni locali del Salento. Dalle tecniche edilizie alle pratiche quotidiane. Un po di contributi tra tecnica pura e semplice tradizione orale.

La pagina sul telaio salentino.

Lo schema e gli elementi del telaio per tessere a licci e pettine della tradizione italiana. Dalla fase dell'orditura, il montaggio dell'ordito e dei componenti. I meccanismi di comando per la tessutura artigianale. Una raccolta di termini dialettali dei suoi componenti. L'articolo qui.

I tufi di Puglia

Un saggio sulle pietre di Puglia, sull'uso in edilizia della Pietra Leccese, le tecniche di restauro e conservazione.

I ricordi di un adolescente sul Largo di San Vito ad Ortelle, luogo di libertà ed anarchia. Un lungo flashback sulla vita di una comunità e di un luogo molto particolare. Racconti di taglio autobiografico per descrivere usi e costumi, vizi e virtù di una piccola comunità negli anni settanta al sole di uno spazio antico e misterioso. Dalla descrizione dei luoghi alle tante libertà che su questi spazi la comunità ortellese ha svolto in tanti secoli. Fu cava, discarica, giardini, campo da gioco, culto, cimitero, fiere, feste, gioco, tutto insieme e in solo posto. Il mondo visto da qui in compagnia dei coetanei tra la fine dell'era arcaica e i tempi moderni. La fine del mondo agricolo e dei giochi poveri. I segni del boom demografico degli anni sessanta. Un paese sano e vitale pieno di ingenue speranze. Qui la prefazione

Una raccolta di tanti piccoli documenti di interesse storico locale. Saggi raccolti da scritti editi ed inediti e da riviste del passato, commentati e integrati in articoli più organici per una facile lettura.

Tra questi la Storia delle Confraternite in Ortelle da un saggio di F. G. Cerfeda. documenti originali dall'Archivio diocesano. E ancora sul tema, la cappa dei Confratelli. Storia delle Confraternite, delle regole e l'evoluzione delle associazioni laiche. Un articolo sulla veste delle varie confraternite.

Nella sezione Biblioteca sono recensite le più importanti fonti bibliografiche di interesse. I testi più antichi o di dificile reperimento sono disponibili al download in formato .pdf

Pagine speciali sono dedicate al Castello di Castro, con informazioni e disegni originali ripresi dai lavori di restauro. Un'ampia documentazione sulle vicende delle ricerce archelogiche svolte nel territorio di Castro è disponibile con l'ausilio di grafici e video documentali.

By browsing this website, you agree to our privacy policy.
I Agree