30 Aprile 2012 in Blog, Genealogia

i Coluccia a Castro

Gaetano COLUCCIA arriva da Andrano (LE) a Castro adulto intorno al 1787 e qui sposa Vincenza CARROZZO, che morirà pochi anni dopo senza dare prole. Sposa in seconde nozze Sabatina SERRONE, vedova di un DE GIORGI, e per qualche anno la coppia vive insieme al solo Rosario figlio di Sabatina. Nel 1796, il figliastro Rosario si è già sposato, ed è già nato il primo figlio Laurente (Lorenzo).

Gaetano potrebbe essere venuto da Andrano al seguito di un fratello prete, tale Nicola COLUCCIA (1771), figlio di Giuseppe e Laura Luceri di Marittima, canonico della cattedrale di Castro dal 1819 al 1830, che muore settantenne il 9.12.1841 e viene tumulato nel convento di Marittima.

Da Sabatina, Gaetano comunque avrà tre figli: Paolo Vito, Cosima e Lorenzo.

Paolo Vito, che vivrà quasi novantenne e anche lui (forse) si sposerà due volte. I figli li avrà solo dalla seconda moglie Giuseppa DE LUCA, mentre della prima Santa GALATI, di cui si trova traccia in alcuni atti, troviamo poco.

Da Paolo Vito discende un blocco dei COLUCCIA  noto come i Sacristani, i Caetani, i Toi toi, i Chiarelli e i Panijancu.

La storia familiare di Gaetano, uno dei figli di Paolo Vito, nato nel 1834 e morto nel 1918, sposato con Addolorata CARROZZO,  ci illustra la triste statistica della mortalità infantile comune a tutte le famiglie di metà ottocento: a Carmela, primogenita, sposata con prole seguono Vittoria e Stella morte di un anno. Rosario sopravvive con prole, Annunziata muore in fasce, Giovanni si sposa e fa prole, l’ultimo figlio della coppia Carmelo muore entro l’anno di vita; di sette gravidanze ne sopravvivono solo tre.

Cosima sarà la seconda moglie di Giuseppe DE SANTIS, mentre il terzo figlio di Gaetano il capostipite, Lorenzo (Laurente) sposa Cesarea PAIANO da cui i due nipoti maschi: Donato e Giuseppe. Giuseppe sposa la vitiglianese Antonia D’Aprile (1792-1842) e vive tra Castro e Vitigliano (dove nascono due figlie). Una, Luigia, torna a sposarsi a Castro con Pasquale CAPRARO come capostipite dei Masi.  La discendenza principale del cognome sembra solo da Donato e poi dal nipote Girolamo (Cilornu). La moglie di Donato, Marianna MINONNE è una delle balie a cui vengono affidati per lo svezzamento i trovatelli anche da fuori paese. Anche la cognata Antonia Aprile nella metà dell’ottocento allatta gli esposti. Dell’affidamento a balia è spesso dato atto nei vari registri parrocchiali considerato che la famiglia della donna affidataria resta l’unico legame anagrafico del trovatello oltre a un nome e un cognome completamente inventato.

Lorenzo, vedovo dal 1842, probabilmente esercita l’attività di sacrestano in quanto è ricorrente come testimone di nozze in tutti gli atti di matrimonio dal 1840 al 1892.

Lo schema dalla fine del settecento a tutto l’ottocento è sotto riportato.

Per i rami femminili spesso trascurati segnalo: Sabatina COLUCCIA sposa di Vito PANARO capostipite dei portatori del cognome PANARO; Maddalena COLUCCIA nonna materna di tutti i Motuli; Santa COLUCCIA madre di molti CAPRARO tra cui Stefano, Luigi (Ceci) e Amalia.

Il cognome Coluccia presenta un areale di diffusione specificatamente salentino, con una dispersione nei centri di immigrazione tradizionali (Roma, Milano, Torino), per cui è facile pensare a uno sviluppo endogeno del cognome o un effetto di immigrazioni neogreche. E’ presente in Castro già nel seicento anche se legato occasionalmente alla presenza  di Don Pompeo COLUCCIA, arciprete in Castro dal 1680 al 1692.

 

 

 




Lascia un commento

Tecniche e tradizioni locali del Salento. Dalle tecniche edilizie alle pratiche quotidiane. Un po di contributi tra tecnica pura e semplice tradizione orale.

La pagina sul telaio salentino.

Lo schema e gli elementi del telaio per tessere a licci e pettine della tradizione italiana. Dalla fase dell'orditura, il montaggio dell'ordito e dei componenti. I meccanismi di comando per la tessutura artigianale. Una raccolta di termini dialettali dei suoi componenti. L'articolo qui.

I tufi di Puglia

Un saggio sulle pietre di Puglia, sull'uso in edilizia della Pietra Leccese, le tecniche di restauro e conservazione.

I ricordi di un adolescente sul Largo di San Vito ad Ortelle, luogo di libertà ed anarchia. Un lungo flashback sulla vita di una comunità e di un luogo molto particolare. Racconti di taglio autobiografico per descrivere usi e costumi, vizi e virtù di una piccola comunità negli anni settanta al sole di uno spazio antico e misterioso. Dalla descrizione dei luoghi alle tante libertà che su questi spazi la comunità ortellese ha svolto in tanti secoli. Fu cava, discarica, giardini, campo da gioco, culto, cimitero, fiere, feste, gioco, tutto insieme e in solo posto. Il mondo visto da qui in compagnia dei coetanei tra la fine dell'era arcaica e i tempi moderni. La fine del mondo agricolo e dei giochi poveri. I segni del boom demografico degli anni sessanta. Un paese sano e vitale pieno di ingenue speranze. Qui la prefazione

Una raccolta di tanti piccoli documenti di interesse storico locale. Saggi raccolti da scritti editi ed inediti e da riviste del passato, commentati e integrati in articoli più organici per una facile lettura.

Tra questi la Storia delle Confraternite in Ortelle da un saggio di F. G. Cerfeda. documenti originali dall'Archivio diocesano. E ancora sul tema, la cappa dei Confratelli. Storia delle Confraternite, delle regole e l'evoluzione delle associazioni laiche. Un articolo sulla veste delle varie confraternite.

Nella sezione Biblioteca sono recensite le più importanti fonti bibliografiche di interesse. I testi più antichi o di dificile reperimento sono disponibili al download in formato .pdf

Pagine speciali sono dedicate al Castello di Castro, con informazioni e disegni originali ripresi dai lavori di restauro. Un'ampia documentazione sulle vicende delle ricerce archelogiche svolte nel territorio di Castro è disponibile con l'ausilio di grafici e video documentali.

By browsing this website, you agree to our privacy policy.
I Agree