I NORMANNI
Agli
inizi del nuovo millennio, dal 1027 al 1030, assoldati dai principi
meridionali e dai Bizantini, sempre in lotta tra loro, arrivarono dal
mare nuovi soldati mercenari, piccola nobiltà discendente dai
guerrieri vichinghi stanziati in Normandia. Con abilità riuscirono
ad ottenere la concessione della contea di Aversa (1030) che fu il primo
nucleo della loro potenza. Sotto il comando di Gugliemo Braccio di Ferro
della casa di Altavilla e dei suoi fratelli, tra i quali Tancredi, i
Normanni estesero sempre più i loro domini nella Puglia e nella
Basilicata.
Provenienti
dalla Francia settentrionale, ormai francofoni e cristiani, nelle vesti
di pellegrini e guerrieri, i normanni giunsero nell'Italia meridionale.
Protagonisti furono i Drengot, dei quali Rainulfo, divenne conte di
Aversa (1028), e gli Altavilla (Hauteville) che, sbarcati nel 1035,
iniziarono al servizio di Rainulfo la loro straordinaria carriera, destinata
a concludersi con la conquista di tutta l'Italia meridionale e della
Sicilia, con la costituzione di un regno (fra il 1130 e il 1139). Vale
la pena di ricordare i protagonisti dell'impresa: Guglielmo Braccio
di Ferro, conte di Puglia († 1046), Roberto il Guiscardo, duca di Puglia
e Calabria († 1085), Ruggero I, conte di Sicilia († 1101), e Ruggero
II († 1154), primo re di Sicilia. Restando in minoranza, nonostante
sporadiche migrazioni dal nord, i normanni finirono col mescolarsi con
i locali. Il regno normanno di Sicilia, continuato dallo svevo Federico
II, fu l'esempio mirabile della riuscita dell'insediamento normanno
in Europa.
Attaccati
dal papa, impaurito dalla loro crescente potenza, ma da essi sconfitto
al punto da indurlo ad averli come alleati piuttosto che nemici, i Normanni
ottennero l'investitura dell'Italia Meridionale (1053) e con Roberto
il Guiscardo la conquista normanna procedè sempre più
spedita.
L'accordo
normanno-papale di Melfi (1059) fu a danno dei domini bizantini, arabi
ma anche della Chiesa greca dal 1054 ormai scismatica. Poi con il fratello
Ruggero, e suo figlio, nel 1130 i normanni unificavano col titolo di
re di Sicilia e di Puglia tutto il Mezzogiorno, affermando una unità
politica dell'Italia meridionale protrattasi sotto varie dinastie e
casate, fino all'unità d'Italia (1860)
Andrea Manzella
(http://www.geocities.com/SoHo/Workshop/4034/indice.htm) scrive: "Il
Breve Chronicon Northmannicum, compilato da un anomimo pugliese
all'inizio dell'XII secolo, è una fonte preziosa della conquista normanna
della Puglia. Il Chronicon spazia dal 1041 al 1085, dalla prima massiccia
invasione dei guerrieri normanni della Puglia bizantina, alla morte
del "glorioso" duca Roberto Guiscardo. I primi normanni, giunti in Puglia
al soldo dei longobardi, presto travolgono i greci di Michele Dokeianos
(1042), e già nel 1045 hanno in Guglielmo Fortebraccio, un Altavilla,
il primo conte di Puglia. I capi normanni si disputano fra di loro le
grandi città marittime pugliesi, Brindisi, Bari, Trani, Otranto, Oria,
Taranto. Ogni tentativo di difesa, opposto dagli imperatori che si susseguono
sul trono di Costantipoli, sembrano invani. Neppure papa Leone IX riesce
ad avere la meglio dei normanni (1053) e papa Niccolò II deve riconoscere
il conte Roberto nel ducato di Puglia, Calabria e Sicilia, quest'ultima
da strappare agli arabi (1059). Prima che entri da trionfatore in Palermo
(1072) Roberto deve ancora vincere le ultime resistenze bizantine (1061-70).
Il duca Roberto, quindi, assedia e espugna la longobarda Salerno che
ancora gli resisteva (1074). Il duca, che aveva in animo la conquista
dell'impero, sbarca sulla coste elleniche e vince Alessio a Durazzo
(1081). Intanto Enrico re di Germania depone papa Gregorio VII ed insedia
Guiberto di Ravenna (1084), il Guiscardo accorre in soccorso del papa,
scaccia le truppe teutoniche e saccheggia Roma. Gregorio VII muore a
Salerno (1085) e quello stesso anno muore l'eroe normanno, il duca Roberto,
che è seppellito a Venosa".
Dal BREVE CHRONICON NORTHMANNICUM
1041 si da nota della conquista di tutte le città marittime tra
cui la nostra Castro:1055. Humphredus fecit proelium cum Graecis
circa Oriam, et vicit eos. Gaufredus comes comprehendit Neritonum, et
Litium. Robertus comes ivit super Callipolim, et fugatus est iterum
exercitus Graecorum in terra Tarentina, et captum at Hydrontum, et Castrum
Minervae.
I nuovi
padroni dell'Italia meridionale, ormai terra di frontiera verso mare,
ove avevano ricacciato arabi e bizantini, avendone l'evidente necessità,
attesero alla fortificazione del territorio e della costa in modo particolare.
Ruggero II si spinse anche a dare battaglia in
Africa, a Tunisi e Tripoli, a Corfù, a Tebe, Corinto e perfino
al Bosforo.
Le cronache narrano di una popolazione diversissima,
per lingue, razze, civiltà, leggi, costumi e religioni, pacificamente
amministrate dal potere normanno. All'amministrazione delle finanze
prevalevano i Musulmani, i quali ben presto costituirono una parte cospicua
anche dell'esercito. Il vario aspetto di questo regno doveva apparire
assai singolare: si vedevano, a poca distanza, castelli feudali, città
greche, villaggi musulmani, colonie lombarde, strade occupate da pisani,
genovesi e amalfitani. Passato il mille, con l'avvento dei Normanni,
oltre all'incastellamento, cominciò l'era delle grandi cattedrali
pugliesi e non è raro trovare atti ove si documenta che ad erigere
chiese fossero maestranze musulmane.
Al periodo di affermazione del potere normanno si
devono alcuni momenti importanti nella storia della penisola salentina,
tra cui la distruzione (1156) delle città di Vaste ad opera di
Guglielmo il Malo per essersi il suo barone alleato col Papa. Nel 1171,
la diocesi di Castro, passata alle dipendenze di Roma, suffraganea di
Otranto, ebbe la sua nuova cattedrale e dai normanni amministrativamente
elevata a Contea.
Il periodo normanno è anche da ricordare
per le crociate in terra santa, che dal 1099 al 1270, per sei volte,
vidde occupata la cristianità contro il mondo mussulmano, mentre,
l'affermazione della casata di Svevia nelle lotte germaniche fino all'elezione
di Federico I, il Barbarossa (1152), la ritrosia dei Comuni del nord
e del papato a riconoscerne la supremazia, le continue e diffuse rivalità,
vedono il resto d'Italia impegnato in continue lotte di reciproca
affermazione.
DAI
NORMANNI AGLI SVEVI.
Alla fine del XII secolo, alla morte di Guglielmo
II, re di Puglia e di Sicilia, morto senza eredi maschi, il regno passa
a Arrigo VI di Svevia, figlio di Federico Barbarossa, in quanto sposo
della zia dell'ultimo re Normanno, Costanza d'Altavilla, unificando
nelle mani della casata germanica buona parte della penisola.
Dopo traversie nella discendenza del titolo, Federico
II nel 1215 ottenne la corona imperiale. Il Regno di Sicilia sotto gli
svevi e specialmente sotto Federico II, raggiunse il suo massimo splendore.
A lui successe il figlio Corrado IV e poi, con intrighi, lo zio Manfredi.
Questi entro presto in rotta col papato, che spalleggiato da Carlo d'Angio,
fratello del re Luigi IX di Francia, lo batte a Benevento (1266) con
la fine della dominazione sveva sul Meridione.
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