8 Luglio 2011 in Architettura, Blog, Territorio, Tradizioni

Basolati in Terra d’Otranto 2/2

Nella ricerca delle origini e dell’evoluzione del basolato (storico) in Terra d’Otranto arriva un importante documento notarile del 2 gennaio 1582 per l’esecuzione di lavori di pavimentazione stradale in Nardò. E’ di fatto un vero e proprio contratto per pubblici lavori che Marcello Gaballo va  a pubblicare, commentato, in un articolo on line di Spigolature Salentine. Il contratto ha per oggetto l’insalicare alcune vie della Città di Nardò, con inizio dal più importante  asse centrale fino a buona parte delle vie entro le mura. Il lavoro non sembra cosa da poco conto se alla firma della convenzione tra l’appaltatore e l’università di Nardò partecipano tutte le figure nobiliari, amministrative e di regio controllo della città neretina.

Il termine basolato non compare ancora, piuttosto ricorrenti sono invece i termini: insalicare, insalicatore e petrelle. Il contratto non descrive in dettaglio la lavorazione delle petrelle che costituiranno l’insalicato imponendo brevemente ed efficacemente all’impresa l’esecuzione di una pavimentazione simile a quella della città di Lecce evidentemente già avanti coi lavori di ammodernamento delle strade, come pure Francavilla.

Il contratto viene ampliato nell’anno seguente tuttavia col rimando della modalità di esecuzione dei nuovi lavori tali e quali a quelli già fatti l’anno prima. Compaiono però esplicitamente i termini di scappare (staccare dalla roccia) e dolare (?) le pietre, ma soprattutto l’obbligo di costipare lo spazio tra le pietre con terra cernita. Più rimandi invece sono fatti alla circostanza che le strade abbiano adeguate pendenze e che l’impresa scarifichi e livelli le massicciate su cui andranno posate le pietre  a sue spese e cura.

Non compare ancora, come già detto il termine di basoli, che forse sarà importato solo nel settecento da altre parti del Meridione dove il termine è sempre declinato al femminile (basole) e sia in Sicilia che in Campania. e questo ci porta a pensare che i lavori medievali in Nardò siano ancora vecchi acciottolati, anche se fatti con pietra dalla superficie piana ma di contorno ancora non squadrato.

Dagli archivi di altri Comuni ( Cava dei Tirreni – Deliberazione del 2 marzo 1711)  si osserva come la faccenda viene dibattuta ben due secoli dopo quando si da mano per la prima volta alla pavimentazione delle strade principali della città scartando la soluzione con pietre tonne in quanto facile a rovinarsi e scegliendo (per un solo tratto della via principale) la costosissima soluzione delle pietre quadrate.

 Se dovessimo azzardare una differenza tra l’insalicato (inselciato) medievale e il basolato ottocentesco potremmo riferirci alle differenze tra le due pavimentazioni riportate nella foto sopra. A destra un buon selciato fatto di pietre pianeggianti ma di pianta informe, bene o male accostate, ovverossia con stretti o larghi interstizi tra le pietre; a sinistra, invece, un basolato (storico) con le pietre perfettamente squadrate (rettangolari)  e con la faccia vista perfettamente piana e lisciata.

L’aspetto di una strada della città di Nardò alla fine del Cinquecento non doveva essere molto difefrente dalla pavimentazione della foto successiva.

 




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